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20 April 2009

Linux per il desktop?

Introduzione

-Da PC Professionale - Settembre 2008 + altre fonti-

Nota: Malgrado le versioni siano ormai datate l' importante qui è captare la filosofia di ogni distro e su questo l' articolo fa centro._

XP è ormai obsoleto e Vista non vi convince? Leggete gente leggete...

La nuova generazione di portatili – i cosiddetti netbook – di cui l’Eee PC di Asus è stato il capostipite ha infatti portato per la prima volta alla diffusione su ampia scala di un computer con Linux preinstallato.Asus ha fatto effettivamente un ottimo lavoro nell’adattare Linux all’Eee PC dimostrando le potenzialità di questo sistema operativo su un dispositivo hardware supportato al 100%

Chi vuole installare Linux sul suo notebook o sul desktop di casa, invece, non sempre va incontro a un’esperienza positiva. Anche se il supporto all’hardware è stato notevolmente migliorato, è facile incappare in periferiche non supportate o che richiedono elaborate procedure di configurazione. Inoltre, esistono poi decine di distribuzioni di Linux differenti, con caratteristiche e funzionalità anche molto diverse tra loro e questa libertà di scelta intrinseca della piattaforma Linux potrebbe essere controproducente per i nuovi arrivati.

Qui prendiamo in esame Ubuntu, Linux Mint (una distribuzione basata su Ubuntu che è molto cresciuta a livello di popolarità a differenza della Mepis che ultimamente è diventata meno interessante rispetto al passato), Debian, OpenSuse, Fedora, e Mandriva One

Abbiamo esaminato sia la versione a 32 sia quella a 64 bit (quando disponibile) delle distribuzioni sotto test. Le abbiamo installate su un portatile di ultima generazione con architettura Intel e su un desktop abbastanza recente. I risultati sono stati complessivamente abbastanza buoni, anche se abbiamo avuto conferma di limiti riscontrati già in passato, in particolare nel riconoscimento di alcune schede di rete (wireless per di più ndt).

Se volete effettuare l’installazione su un computer già in vostro possesso vi consigliamo di usare il Live Cd previsto da molte distribuzioni (ben 5 su 6 tra quelle provate) per verificarne la compatibilità, mentre se volete acquistare un computer nuovo da dedicare al pinguino è meglio che vi informiate con attenzione prima dell’acquisto, per evitare brutte sorprese.
Un punto debole di Linux, per un uso desktop, è rappresentato dalla visualizzazione dei font. I sistemi Windows e Macintosh, sotto questo aspetto, offrono un confort visivo a volte drasticamente superiore. Con qualche piccolo accorgimento si può comunque migliorare sostanzialmente la situazione;


Ubuntu 8.04 (Hardy)


Non ci sono dubbi sul fatto che Ubuntu oggi sia la più conosciuta e diffusa distribuzione per uso desktop. L’approccio del team di Canonical è senza dubbio vincente:
  • si tratta di una distribuzione semplice da usare, priva di fronzoli, molto curata a livello di coerenza e usabilità, e con alcune caratteristiche originali e convincenti come la nuova funzionalità di installazione all’interno di una cartella della partizione Windows(Wubi).
Nelle nostre prove Ubuntu si è comportata bene, anche per quel che riguarda il riconoscimento hardware: solo Mint, che utilizza un kernel più recente, ha fatto qualcosa di meglio. Rispetto a Mint, però Ubuntu è disponibile anche in versione a 64 bit e offre una comodissima modalità di installazione dentro Windows.

La release 8.04 di Ubuntu è importante anche perché offre un periodo di
supporto esteso rispetto a quello dei normali rilasci: 3 anni per l’edizione
desktop (oggetto della prova) e ben 5 anni per quella server. La precedente
versione Lts (Long Term Support), ovvero con con supporto a lungo termine, era la 6.06, uscita nel giugno del 2006.

Esistono molte derivazioni ufficiali di Ubuntu. Per chi non si trova a suo agio con l’ambiente desktop basato su Gnome ci sono, ad esempio, due alternative ufficiali:
  • Kubuntu, che sfrutta Kde nella versione 3.59, e Xubuntu, che utilizza Xfce, un ambiente simile a Gnome, basato sulle stesse librerie Gtk, ma più leggero.
Come sempre, la versione desktop di Ubuntu viene distribuita in formato Live
Cd, perciò può essere provata direttamente su qualsiasi Pc, magari per
verificarne la compatibilità hardware, senza procedere all’installazione. Ubuntu offre complessivamente ben quattro modalità differenti di setup.
  • Innanzitutto si può lanciare la procedura dal Live Cd, dopo aver verificato la compatibilità con l’hardware.
  • Si può poi lanciare direttamente l’installazionein modalità grafica, selezionandola dal menu iniziale che appare all’avvio del Cd, per evitare di perdere tempo nel caricamento dell’intero sistema.
  • Come già accennato, si può anche installare Ubuntu in una cartella della partizione Windows.
  • Infine si può utilizzare una modalità di installazione testuale, disponibile però solo tramite un Cd scaricabile a parte chiamato alternate e pensato appositamente per i computer meno recenti perciò meno performanti.
A parte le solite difficoltà con le schede wireless del computer fisso e quella cablata del computer portatile, Ubuntu non ha messo in luce particolari problemi con l’hardware. I driver inclusi nella distribuzioni per le schede video Nvidia e Ati non danno alcun problema, ma non permettono l’uso degli effetti grafici 3D. L’installazione dei driver commerciali è comunque molto semplice
e viene suggerita dopo il primo riavvio. Purtroppo non siamo riusciti a far funzionare correttamente né l’ibernazione né la sospensione sui computer usati nei test, neppure dopo l’aggiornamento del sistema operativo. Nel complesso l’ambiente desktop Gnome di Ubuntu ci è sembrato il più usabile tra tutti quelli delle distribuzioni provate.

Anche se non include un pannello per la ricerca tra le applicazioni installate
(che è comunque accessibile tramite un’icona a parte), il menu tradizionale di Ubuntu è ben organizzato e comodo da usare. Anche tutte le icone per l’amministrazione e la configurazione del sistema si trovano al posto giusto e persino chi non ha familiarità con Linux si trova immediatamente a suo agio.

Ubuntu offre una buona scelta di applicazioni, dagli strumenti per la produttività a quelli per la gestione di immagini, audio e video. Oltre a OpenOffice.org include l’ottimo Evolution, il player video Totem e il player audio Rhythmbox. Per aggiungere altre applicazioni poi Ubuntu oltre al completo ma più complesso gestore di pacchetti Synaptic include un pannello chiamato
Aggiungi/Rimuovi applicazioni che mette a disposizione l’elenco di tutti i principali programmi, divisi in sezioni, completi di informazioni sul livello di popolarità e breve descrizione. Questo pannello sarà apprezzato in particolare da chi utilizza per la prima volta Linux e non ne conosce le applicazioni.

Ubuntu è una delle poche distribuzioni a non includere il pannello avanzato di
configurazione di Compiz:
  • offre invece una semplice scheda di configurazione che prevede solo la scelta tra effetti Normali o Avanzati. Chi volesse disporre di un maggior numero di opzioni può installare il pannello Advanced Desktop Effect Settings che, a dispetto del nome, è completamente tradotto in italiano.
È molto semplice anche la procedura di download dei codec necessari per la riproduzione di Dvd, DivX o Mp3: Totem o Rhythmbox propongono il download e l’installazione automatica di tutti i pacchetti

Pros
• Può essere installato anche in una cartella di una partizione Windows
• Dispone del nuovo ambiente desktop GNOME 2.22
• Procedura di installazione semplice e intuitiva
• L’abilitazione degli effetti grafici e l’installazione di driver commerciali
e codec sono operazioni semplicissime

Cons
• Il browser predefinito è(ormai era) in versione beta
Voto 8.5


Linux Mint 5.0 Elyssa


Linux Mint è una novità assoluta per la nostra rassegna. Si tratta di una distro molto interessante, pensata esclusivamente per uso desktop, che sfrutta i repository di Ubuntu ma si distingue dalla distribuzione sponsorizzata da Canonical per un desktop organizzato in modo diverso e una serie di tool,
codec e accessori creati su misura.

I rilasci di Mint sono sincronizzati rispetto a quelli di Ubuntu, anche se avvengono in ritardo rispetto alla distribuzione originale. La versione 5 di Linux Mint, nome in codice Elyssa, è dunque basata su Ubuntu 8.04 (Hardy) ma è stata rilasciata nel mese di giugno, con due mesi di ritardo.

Mint è in alcuni aspetti molto simile ad Ubuntu. In particolare, la procedura di installazione del sistema operativo è praticamente identica, mentre per quel che riguarda le applicazioni presenta qualche piccola differenza, come Thunderbird al posto di Evolution per la gestione della posta elettronica e alcuni tool
aggiuntivi di configurazione.

Il desktop di Mint è decisamente originale:
  • anche se sfrutta l’ambiente Gnome è configurato in modo molto simile a quello di Windows, con un’unica barra inferiore in cui si trova il tasto di avvio (che si chiama Elyssa, come il nome in codice della distribuzione), la sezione con le icone per l’avvio veloce delle applicazioni più usate e l’area di notifica. Le uniche due icone disponibili sul desktop sono invece Computer (per l’accesso alle principali risorse del sistema) e un collegamento alla cartella Home dell’utilizzatore corrente.
  • Anche nel menu delle applicazioni Mint dimostra la sua originalità, con un’organizzazione che per certi aspetti ricorda quella di WindowsVista. Il menu è diviso in tre colonne: nella prima ci sono le Risorse (Computer, cartella Home, Rete, Desktop, Cestino) e le icone del Sistema ( Portale Applicazioni, Gestore Pacchetti, Centro di Controllo, Terminale, Esci). Nella seconda colonna invece si trova un elenco delle principali categorie di software installate (Accessori, Audio e Video, Grafica, Internet, Ufficio, Amministrazione, Preferenze), oltre alla voce Tutte le categorie. La terza colonna mostra le applicazioni disponibili nella categoria selezionata. La selezione della categoria avviene al semplice passaggio del mouse e non tramite un normale clic:
    • una scelta che a nostro parere crea qualche problema di usabilità.
    Il menu include anche un utile campo di ricerca (chiamato Filtro) con cui selezionare le voci a cui si è interessati, proprio come avviene in Windows Vista. La ricerca è comunque limitata al contenuto del menu applicazioni e non include documenti e altri file indicizzati, come nel sistema operativo Microsoft.

  • A differenza di Ubuntu, Mint permette al primo avvio del sistema di abilitare l’utente root e assegnargli una password. Utilizza a questo fine un tool creato su misura, Mint Assistant, che purtroppo nel primo rilascio della versione 5.0 della distribuzione presentava un bug abbastanza grave dal punto di vista della sicurezza:
    • se si sceglieva di non abilitare l’utente root, l’Assistant lo attivava
    ugualmente assegnandogli una password vuota. Fortunatamente, dopo
    pochi giorni una seconda build di Linux Mint 5 (chiamata r1) ha risolto
    completamente il problema.

  • Tra le funzionalità incluse in Linux Mint ma non presenti in Ubuntu meritano sicuramente una segnalazione l’ambiente runtime di Java, completo di plug-in per il browser, Gnome Do, un semplice launcher
    molto simile a una popolare utility per per Windows (Launchy), e tutti
    i principali codec audio e video.
Mint si è comportata molto bene sul fronte del riconoscimento hardware, superando in alcune situazioni anche Ubuntu(che era equipaggiata con kernel più datato). Sul computer desktop ha riconosciuto senza problemi la scheda di rete cablata, mentre non siamo riusciti a far funzionare quella wireless, anche se ne ha riconosciuto il modello e installato il driver. Scheda audio e scheda video sono state correttamente rilevate, mentre per il caricamento del driver commerciale della scheda video (Ati in questo caso) Mint utilizza lo stesso tool di Ubuntu, che può gestire automaticamente il download e l’installazione dei componenti aggiuntivi. Sul portatile, Mint non ha avuto particolari problemi con l’eccezione della scheda di rete cablata e della scheda audio, che come nel caso delle altre distribuzioni non sono state riconosciute. Mint ha identificato correttamente anche la scheda Bluetooth e siamo riusciti a scambiare file con un telefonino Sony Ericsson. Linux Mint è stata poi l’unica distribuzione capace di gestire correttamente sia la sospensione sia l’ibernazione delle due macchine usate per i test. Dopo l’installazione dei driver commerciali per le schede Nvidia e Ati utilizzate nelle nostre prove, Mint ha abilitato anche gli effetti grafici 3D:
  • grazie al tool di configurazione di Compiz Fusion (Advanced Desktop Effect Settings) incluso, permette un livello di personalizzazione più elevato rispetto a quello della distribuzione da cui deriva.

Tra i tool originali presenti in Mint segnaliamo poi EnvyNG che permette non solo di installare i driver proprietari disponibili per le schede video, ma anche di sceglierne la versione in caso di problemi con una release specifica. I creatori
di Mint hanno ideato un’interessante piattaforma che permette di cercare e installare applicazioni commerciali direttamente sul portale della distribuzione.
Dal sito Web si può scaricare un pacchetto in formato .mint che non contiene i file binari dell’applicazione, ma solo tutte le informazioni necessarie per la sua installazione e configurazione. Nel complesso tutto il processo viene gestito in modo completamente automatico, a vantaggio soprattutto degli utenti meno
esperti. Il portale, accessibile all’indirizzo, include più di 400 applicazioni (tra
quelle open source e quelle commerciali).

Mint è l’unica distribuzione della rassegna che viene rilasciata solo in versione a 32 bit. Anche se per la maggior parte degli utenti non si tratta ovviamente di una mancanza grave, chi ha la necessità di sfruttare 4 o più Gbyte di Ram dovrà rivolgersi a un’altra distribuzione.

Pros
• Utilizza gli stessi repository di Ubuntu
• Interfaccia grafica molto curata
• Include codec e pacchetti commerciali

Cons
• Non dispone di una versione a 64 bit
• Il menu delle applicazioni soffre di qualche problema di usabilità
Voto 8.0


Debian Testing


Debian è una distribuzione estremamente interessante, che vanta una comunità di sviluppatori ampia e ottime doti di stabilità e affidabilità.
Per garantire i livelli di affidabilità che l’hanno resa famosa segue cicli di rilascio molto lenti: i pacchetti di ogni applicazione infatti vengono prima provati sulla versione unstable, poi rilasciati per la versione testing e infine inclusi nella versione stable, che, nel momento di prova, è la 4.0, uscita nell’aprile del
2007. La versione stable purtroppo inizia a dimostrare la sua età e ha
evidenziato diversi problemi con le macchine di ultima generazione da noi usate per le prove. Per questo motivo abbiamo deciso di prendere in considerazione la versione testing, che viene aggiornata settimanalmente e, nonostante il nome, non ha dimostrato problemi di stabilità.

Debian viene rilasciata su 5 Dvd o su 30 Cd, oltre che in una comoda versione
Netinst per l’installazione via Internet. Fortunatamente, per installare un ambiente desktop completo e funzionale basta il Cd 1 della distribuzione.
Gli altri Cd o Dvd possono essere utilizzati da chi non ha a disposizione una connessione veloce per il download, mentre la versione Netinst è comodissima per chi ha una linea a banda larga, visto che scarica automaticamente solo i pacchetti scelti durante l’installazione.
  • Il tool di installazione grafico introdotto dalla versione 4.0 di Debian è spartano ma chiaro e ben concepito. La procedura di setup è più lunga rispetto a quella di Ubuntu e di altre distribuzioni, e richiede l’inserimento di un maggior numero di impostazioni, ma non presenta speciali difficoltà.
  • La sezione per il partizionamento del disco, in particolare, anche se priva di un tool grafico, ci ha impressionato per la sua semplicità ed efficacia.
  • Nella rilevazione dell’hardware Debian si è comportata abbastanza bene. Sul Pc desktop ha riconosciuto correttamente la scheda Ethernet e quella grafica (con i driver open source), e ha configurato anche la tastiera Microsoft Natural Keyboard e la scheda audio. Sul portatile ha fatto un buon lavoro nel riconoscimento sia della scheda grafica (sempre solo con i driver open source) sia della risoluzione del monitor, mentre, come le altre distribuzioni, non ha riconosciuto la scheda Ethernet. Per quel che riguarda la scheda wireless, invece, con Debian siamo riusciti ad attivarla ma non a farla funzionare finché non ne abbiamo scaricato e aggiornato a mano il firmware (operazione non necessaria con altre distribuzioni provate).
  • Debian, come OpenSuse, è neutrale nella scelta dell’ambiente grafico, dunque permette di installare a piacere GNOME 2.22 o KDE 3.5.9. La scelta
    però deve essere fatta al momento del download:
    • il Cd numero 1 diDebian infatti include l’ambiente Gnome,mentre per chi preferisce
    • Kde c’è un apposito Cd aggiuntivo.
  • Nella versione Gnome, da noi adottata per i test, la dotazione di applicazioni per l’ambiente desktop è scarna ma comunque sufficiente per
    un uso desktop, anche se manca una suite per l’ufficio come OpenOffice.org (che può ovviamente essere installata con Synaptic).
  • Come browser Web Debian include Iceweasel, in tutto e per tutto uguale
    a Mozilla Firefox ma senza logo e artwork del browser originale. Le policy di Debian purtroppo sono in contrasto con i requisiti di Firefox per l’uso di nome e logo originali. Anche gli aggiornamenti di sicurezza del browser Mozilla non rispettano le policy, dato che Iceweasel usa il sistema di update di Debian per l’installazione delle patch.
  • OpenOffice.org, come accennato, non è fornita; è presente però l’ottimo
    Evolution, un client e-mail completo che può collegarsi a server Exchange e gestisce anche note, agenda, attività.
  • Debian non include i driver proprietari delle schede grafiche, quindi di
    default non permette di attivare gli effetti grafici. Anche se su Internet
    sono reperibili diverse guide alla loro installazione, tutte prevedono l’uso
    intensivo della riga di comando.
Purtroppo sul nostro portatile ibernazione e sospensione non hanno funzionato correttamente, mentre sul computer fisso Debian è riuscita a portare a termine entrambe le operazioni senza alcun problema.

Nel complesso Debian offre un ambiente desktop stabile e poco impegnativo a livello di memoria e risorse hardware. La procedura di setup è semplice e curata, ma in alcuni aspetti dimostra i suoi limiti: il lavoro svolto da altre distribuzioni basate su Debian, come Ubuntu e Linux Mint, è sicuramente apprezzabile e permette di risolvere molti dei problemi con cui un utente inesperto potrebbe scontrarsi.

Pros
• Programma di installazione articolato ma semplice da usare
• Ampia scelta di pacchetti software sui repository
• Adatta non solo per uso desktop

Cons
• Riconoscimento hardware migliorabile
• Non offre strumenti integrati per l’attivazione degli effetti 3D

Voto 7.0

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